Da Laude a Lodi Vecchio - Dal XII al XVIII secolo

Dopo il 1158

La decisione di fondare la nuova Lodi a circa 7 chilometri a est dall’antico luogo distrutto dai Milanesi, non conclude definitivamente la vita di Laude. Un piccolo villaggio risorge infatti gradatamente intorno al monastero benedettino di San Pietro. Il fulcro della vita cittadina, spostato dalla cattedrale in San Bassiano dopo il 1111, successivamente al 1158 si colloca intorno a San Pietro, i cui monaci restano a Laude, anche per tutelare i vastissimi beni fondiari in possesso dell’abbazia. Gli altri edifici sacri rimangono in vita, sebbene affidati a custodi.
Alcuni secoli più tardi, nel 1441, San Pietro è trasformata in commenda (affidamento della gestione di convento e beni a un sacerdote secolare) e l’abate è nominato dal papa. Tra i commendatari, tutti appartenenti a importanti famiglie, si ricordano personaggi di rilievo quali Taddeo Fissiraga e Ambrogio Griffi, i quali abbelliscono l’antico cenobio con affreschi e rilievi rinascimentali in gran parte perduti. Nel 1560 l’abbazia viene per le sue ricchezze donata al Collegio Germanico Ungarico di Roma, seminario tedesco sorto per formare missionari germanici in grado di contrapporsi all’eresia luterana. Il Collegio provvede alla completa riedificazione della parrocchiale, in cattive condizioni. Nel 1601-1602 è documentata una fornace sorta apposta per provvedere ai mattoni della nuova chiesa, i lavori della quale si concludono nel 1605. Nelle terre del Collegio gli scavi della Soprintendenza hanno riportato alla luce numerose fornaci per la produzione di laterizi.

Lunetta affrescata con motivi a grottesche, XVI secolo, oratorio della chiesa parrocchiale di San Pietro.

Fornace per la fabbricazione di laterizi, XVII-XVIII secolo, via Piave.

“Maestro di San Bassiano” e collaboratori, volta affrescata con scena di bovari al lavoro, 1323, San Bassiano.

Federico I detto Barbarossa con i figli in una miniatura della Cronaca dei Guelfi, fine del XII secolo, abbazia di Weingarten.

La basilica di San Bassiano, privata nel 1163 delle reliquie del Santo fondatore che sono trasferite a Lodi, viene restaurata variamente nel corso dei secoli. Sostanzialmente riedificata nel Trecento, assume l’aspetto ancora oggi riconoscibile. Ricordano le offerte di categorie di lavoratori le formelle con ciabattino e bovaro nella chiesa e quella con ciabattini all’opera esposta in Museo, oltre all’affresco sulla volta raffigurante bovari al lavoro, datato 1323. Un documento testimonia anche la presenza di un ospedale presso la basilica, di cui si perdono successivamente le tracce. Mal gestita nel corso del XVI secolo, la gloriosa chiesa viene affidata alla fine del Cinquecento alla Confraternita della Buona Morte, che se ne occupa fino al 1780, quando, durante la dominazione austriaca, viene soppressa dalle leggi giuseppine. Dal 1829 la chiesa viene rinforzata nelle fondamenta e liberata delle costruzioni agricole che la circondano. Nel 1875 un decreto ministeriale la inserisce tra i monumenti nazionali degni di conservazione.

Per quanto riguarda altri edifici sacri dell’antica Laude, risultano tracce dell’esistenza della chiesa di San Michele fino al 1735, mentre sono ancora oggi riconoscibili nell’omonima cascina elementi della chiesa e del priorato cluniacense di San Marco.

 –  After 1158

Lodi Vecchio gradually came back to life in the area around the monastery of San Pietro, richly endowed with property. The Cathedral of Sancta Maria, demolished in the 19th century, also survived as did the Basilica of San Bassiano, entirely reconstructed in the 1300s. The church of San Pietro, the present-day parish centre of Lodi Vecchio, was completely rebuilt in 1605. Traces of the Longobard San Michele are noted up until the first-half of the 1700s, while sections of the Cluniac Priory of San Marco are still preserved.