La distruzione - il XII secolo

La ripresa di Laude

Il quarantennio di sopravvivenza di Laude precedente la catastrofe definitiva vede il faticoso risorgere alla vita della città. Nel giro di pochi anni, infatti, i Laudensi ampliano i borghi già esistenti al di fuori della perduta cerchia romana e ne creano di nuovi. Intorno al 1117 rientra dall’esilio milanese il vescovo Arderico da Vignate, scacciato alcuni anni prima dai cittadini.

Il nuovo scenario della vita laudense ha un centro disabitato, in cui resta la cattedrale di Santa Maria, e sei borghi. A est è il più vasto, l’antico borgo Piacentino, dominato dalla basilica di San Bassiano. In questo luogo, che alcuni documenti definiscono come “borgo di Laus” ricomincia ben presto il mercato settimanale, determinante per la ripresa economica. Sempre qui ha luogo l’arengo cittadino e viene eretta la consularia, la sede dei consoli citati per la prima volta nei documenti del 1142. Il borgo Piacentino, il solo con possibilità di difesa, si conclude in due appendici, il borgo di San Naborre, verso il tracciato delle mura, e il borgo di San Bassiano verso la basilica. Gli scavi, già avviati da Antonio Frova negli anni Cinquanta, hanno riportato alla luce fondazioni di edifici costruiti mescolando materiali vari a laterizi romani di reimpiego.

A ovest della città è il borgo di porta Milanese, con il monastero di San Pietro, mentre a sud si trova il borgo di San Sepolcro, del quale sono stati rinvenuti resti di edifici medievali. L’intitolazione al Sepolcro deriva dalla chiesa, in origine in legno e ricostruita in pietra dopo il 1111. Non si conosce il nome della porta verso nord e non si hanno notizie del borgo a settentrione della città.

I borghi medievali in un disegno ricostruttivo.

La fine

L’estrema vicenda di Laude è narrata da Ottone Morena, giudice,  messo imperiale, console nel 1143. Secondo il suo racconto, in occasione della Dieta di Costanza del 1153, la tensione tra la città e Milano viene denunciata a Federico Barbarossa da Alberto Alamanno e maestro Omobono, che lamentano l’ulteriore prevaricazione milanese e l’imposto spostamento in campagna del mercato del borgo Piacentino. L’appoggio dell’imperatore ai Laudensi, ratificato da una lettera dell’11 marzo 1153 che impone ai Milanesi di revocare l’ordine contro il mercato, riaccende le ostilità. La situazione di tensione dura alcuni anni. Nel 1154 Federico scende nella penisola, viene incoronato imperatore a Roma il 18 giugno 1155 e convoca la Dieta di Verona, in cui Milano è messa al bando dell’Impero. In questo tempo Milano è alle prese con Como e con Pavia, ma, con la partenza imperiale per il nord, riprende le provocazioni nei confronti di Laude, esigendo dai cittadini tasse e giuramenti di fedeltà incondizionata inaccettabili. L’ultimatum del 15 aprile 1158 costituisce la pagina finale della vicenda. Senza attendere i dieci giorni previsti, infatti, i nemici giungono in città, confiscano beni mobili e prodotti agricoli e costringono i cittadini allo sgombero. I Laudensi si mettono in marcia per Pizzighettone, abbandonando definitivamente la città, mentre i Milanesi si dedicano alla completa asportazione di tutto e all’incendio dei borghi, spingendosi a devastare anche i campi.

Il borgo orientale sorto presso San Bassiano all’inizio degli scavi.

Particolare di muratura di un’abitazione medievale del borgo orientale; le due diverse tecniche costruttive indicano un rifacimento della fondazione.

Murature di abitazione medievale fondate su due file di pali, area tra via Papa Giovanni XXIII e via Martin Luther King.

 –  An Impending Catastrophe

After the destruction, life gradually started again in the Milanese and San Sepolcro quarters while the Piacentine quarter near San Bassiano became the new centre of Laude.

Here, the market started again, the Citizens’ Assembly was held and the Consular building was constructed. However, the accusations of Milanese abuses of power reported to the Emperor, Fredrick Redbeard soon rekindled the conflict.

On 24th April 1158, Laude was definitively defeated by the Milanese who looted and burnt the city, destroying all its fields as well.