La riscoperta - il XIX secolo

 Il “tesoretto” di Lodi Vecchio: economia, immagini e potere

I primi dati che il numismatico ricava dallo studio delle monete, soprattutto se rinvenute in contesti definiti (per esempio un edificio o una strada) e non manomessi, sono di tipo economico.

Smarrite per caso singolarmente o in piccoli gruzzoli, oppure nascoste intenzionalmente in grande quantità, le monete forniscono notizie sulle transazioni economiche quotidiane oppure sui meccanismi della tesaurizzazione, entrambi importanti per ricostruire la circolazione monetale nel mondo antico.

Il “tesoretto” di Lodi Vecchio è composto da denari e antoniniani in argento. Le monete più antiche sono relative a Settimio Severo (193-211 d.C.), quelle più recenti a Gallieno (253-268 d.C.), all’epoca del quale, intorno al 260-261 d.C., si ipotizza che sia avvenuto l’occultamento, forse per la paura suscitata dall’invasione degli Alamanni. In base a quanto rimasto e documentato, la tesaurizzazione sarebbe iniziata durante o poco dopo il regno di Gordiano III (238-244 d.C.) e sarebbe continuata con Filippo l’Arabo (244-249 d.C.) e gli imperatori seguenti, presenti con quantitativi minori rispetto ai precedenti.

Personificazione della Securitas sul rovescio di un antoniniano in argento di Gordiano III, 240-244 d.C., dal tesoretto di Lodi Vecchio.

Insegne militari e legenda Fides exercitus sul rovescio di un antoniniano in argento di Filippo l’Arabo, 247-249 d.C., dal tesoretto di Lodi Vecchio.

 Giunone entro tempietto sul rovescio di un antoniniano in argento di Volusiano, 251-253 d.C., dal tesoretto di Lodi Vecchio.

I ritratti di Valeriano e Salonina sul diritto di due antoniani in argento, III secolo d.C., dal tesoretto di Lodi Vecchio.

Ma, al di là del suo valore economico, la moneta è anche il più efficace mezzo di propaganda usato dall’autorità per trasmettere all’uomo comune il suo messaggio pubblico e ufficiale.

Questo è sapientemente studiato accoppiando sul diritto e sul rovescio immagini scelte (ritratti, scene, divinità, figure allegoriche, animali e oggetti simbolici), accompagnate da scritte opportune, da intendere come veri e propri slogan. Sulle monete del “tesoretto” sono effigiati gli imperatori della dinastia dei Severi e quelli che si sono susseguiti in quel tumultuoso periodo di usurpazioni, sommosse e invasioni che oggi la storiografia definisce “anarchia militare”, in cui i sovrani sono spesso soldati di carriera acclamati e spodestati dagli eserciti stessi. Compaiono anche i volti delle donne imperiali e dei figli associati al trono, personaggi che, in buona parte, la storia appena ricorda.

Tutti uniscono ai ritratti raffigurazioni che trasmettano ai sudditi un’immagine rassicurante di sé e del proprio operato, con un insistito richiamo ai valori della tradizione romana, all’eternità di Roma e alla bontà della politica imperiale, nella speranza di garantire stabilità al proprio potere. Sfilano così davanti ai nostri occhi gli dei che proteggono e consigliano l’imperatore e le numerose figure allegoriche che evocano costantemente pace, abbondanza e felicità, più celebrate che realizzate. Si esaltano anche la fedeltà e la lealtà dei soldati al sovrano proprio sull’antoniniano, la moneta usata in gran parte per pagare l’esercito, dal quale, di fatto, spesso dipende il destino imperiale.

 –  The ‘Treasure’ of Lodi Vecchio. Economy, Images and Power

Coins found in closed contexts such as buildings or roads or hidden, as was the hoard of Lodi Vecchio, make it possible to reconstruct monetary circulation in Antiquity; furthermore, the imperial portraits and figures portrayed with them indicate the image of self that each personage wished to disseminate.

The ‘Treasure’ of Lodi Vecchio is composed of silver denari and antoniniani dating from Septimius Severus (193-211 A.D.) to Gallienus (253-268 A.D.) during whose reign, it is believed, the hoard was concealed, in circa 260-261 A.D.