Da Laus Pompeia a Laude - L'età altomedievale

La presenza longobarda

Dopo il dominio di Odoacre in Italia (476-493), il regno ostrogoto (493-553) e la ripresa nel 553 del controllo bizantino, nel 568 fanno il loro ingresso nella Penisola i Longobardi.

Nel territorio laudense la loro presenza è testimoniata dalla fine del VI secolo, come indica il rinvenimento di sepolture di guerrieri appartenenti alla nobiltà militare e terriera longobarda, ricche di armi e di raffinati scudi da parata (tombe di Dovera e Boffalora d’Adda).

Le poche informazioni storiche su Laus si devono alla Historia Langobardorum del monaco Paolo Diacono (725-799), che la cita in due episodi relativi a lotte dinastiche, quando vi si rifugia il re Pertarito, spodestato da Grimoaldo (662-671), e quando Ariperto II (701-712) la espugna durante un conflitto interno alla monarchia.

Per il periodo più antico, la sola testimonianza archeologica sicuramente databile è stata a lungo l’epigrafe del vescovo Proietto, sepolto nella cattedrale di Santa Maria nel 575, data che si ricava dall’indicazione degli anni di regno dell’imperatore bizantino Giustino. Un’eccezionale scoperta, effettuata nell’area della cattedrale durante gli scavi del 2009, consente oggi di ampliare la nostra conoscenza sui primi tempi della presenza longobarda nel territorio. Si tratta di tre tombe di personaggi di rango, eccezionali non solo per il loro valore storico, ma anche per la ricchezza dei materiali rinvenuti, vasi di vetro estremamente rari e preziosi ornamenti. Interessante è anche la collocazione di queste sepolture presso un edificio di culto, che denotano l’avvenuta assimilazione da parte dei Longobardi di una consuetudine del mondo cristiano da tempo consolidata

Croce pettorale in oro, prima metà del VII secolo, da Lodi Vecchio, Norimberga, Nationalmuseum.

Laterizio con croce e iscrizione sepolcrale del presbitero Adalberto, inizi dell’VIII secolo, da Portatore, chiesa di San Raffaele, Lodi Museo Civico.

Tomba alla cappuccina con sepoltura collettiva, VIII secolo, monastero di San Giovanni.

I pochi resti della chiesa di San Michele durante le indagini archeologiche della Soprintendenza, cinquanta anni dopo gli scavi di Antonio Frova.

Sette tombe altomedievali sono emerse anche presso la basilica dei XII Apostoli, voluta nel IV secolo dal vescovo Bassiano, e altre sono state rinvenute nelle vicinanze di edifici di culto fondati in età longobarda. Si tratta della chiesa extraurbana di San Michele, datata al VII secolo, in rovina ma ancora visibile nel XVIII secolo e riportata alla luce da Antonio Frova nel 1955, e del monastero femminile benedettino di San Giovanni, scavato nel 2009-2013. Sorto entro le mura, nelle vicinanze di una chiesetta più antica, il convento si deve alle volontà testamentarie di Gisulfo, scudiero di re Desiderio, che nel 759 lascia anche una ricca eredità in terreni e predispone come badessa la figlia Pelagia. Le tombe rinvenute attorno a San Michele e San Giovanni sono tutte a inumazione, principalmente in nuda terra o, più raramente, in cassa di laterizi e copertura alla cappuccina. Talvolta sono collocate su più livelli e ospitano più defunti. In molti casi si datano genericamente all’alto Medioevo, per la mancanza di oggetti che ne consentano un inquadramento cronologico preciso.

Quanto alla città, rimangono scarse tracce di abitazioni, realizzate con una tecnica edilizia povera e con l’abbondante reimpiego di materiale romano.

Planimetria del complesso di San Giovanni con le immagini dei ritrovamenti.

  –  The Arrival of the Longobards

After the supremacy of Odoacre in Italy (476-493), the reign of the Ostrogoths and the recovery of Byzantine control in 553, the Longobards arrived in the peninsula in 568. Their presence in Lodi Vecchio, as in all the territory, is attested by the grave sites of high ranking personages buried with precious grave goods, from the end of the 6th century onwards.

Some religious buildings, such as the suburban church of San Michele (7th cent.) and an oratory near the later monastery of San Giovanni, also date to the Longobard period.