La cattedrale - L’età medievale

Il portale ritrovato

… La testa e il collo d’un’aguglia vidi rappresentare a quel distinto foco…

Dante, Paradiso, XVIII, 107-108

Le caratteristiche delle aquile esposte ne suggeriscono la pertinenza alla decorazione di un portale, largo circa 220 centimetri, probabilmente l’accesso laterale alla cattedrale. Con questi soli elementi non è possibile avanzare ipotesi sulla sua complessiva decorazione scultorea, né proporre integrazione degli elementi mancanti, né dire se la stessa si limitasse a questa sola ghiera o interessasse anche la lunetta, considerando anche la capricciosa varietà di soluzioni che gli scultori romanici adottano.

In generale l’aquila ricorre spesso nella scultura romanica e costituisce un richiamo diretto all’arte romana, dove è collegata a Giove e quindi simbolo del potere e dell’apoteosi imperiale. L’arte antica è fonte di ispirazione frequente per gli scultori romanici, sia per singoli soggetti, come l’aquila, sia anche per temi o schemi antichi.

La trasmissione di iconografie dall’età antica al Medioevo avviene in generale attraverso i tessuti, le arti suntuarie e i codici miniati. Il motivo dell’aquila rimanda in generale alle sete prodotte dalle manifatture imperiali di Bisanzio, molto preziose e molto considerate, proprio per questa simbologia.

Le aquile laudensi, per la posizione ad ali spiegate e per la resa del piumaggio, trovano confronti abbastanza stringenti più che con modelli scultorei con le arti applicate, in particolare con le fibule gote a cloisonné a forma di aquila e con le aquile che decorano la casula del vescovo di Bressanone, eccezionale manufatto di provenienza bizantina datato al X-XI secolo, anche se nei nostri rilievi il volatile appare più semplificato.

Ipotesi ricostruttiva del portale laterale della cattedrale di Santa Maria.

Schema decorativo e immagine della casula del vescovo di Bressanone decorata da aquile, fine del X-inizi dell’XI secolo, Bressanone, Museo Diocesano.

Fibula a forma di aquila in oro e granati, V-VI secolo, da Domagnano, Norimberga, Germanisches Nationalmuseum.

Raffigurazione di aquile in una miniatura del Bestiario Bodley 764, metà del XIII secolo, Oxford, Bodleyan Library.

… Il nome dell’aquila proviene dall’acutezza (acumen) della vista… Quando vola sopra i cieli più alti vede i pesci che nuotano nel mare… e arrivando così in volo dall’alto cattura i pesci e li trascina a riva. Quando si pone di fronte ai raggi del sole non distoglie gli occhi. Infine espone i suoi piccoli al raggio del sole tenendoli sospesi con gli artigli…

Fisiologo latino versio bis, età carolingia

Due o forse tre delle cinque rappresentazioni di aquile trovano precisa corrispondenza con il testo del Fisiologo, successivamente ripreso e sviluppato nel Bestiaire di Philippe de Thaun (1121 – 1135), dove si esplicita la simbologia positiva dell’aquila che è Cristo, mentre i piccoli sono gli angeli e i pesci gli uomini.

Il motivo dell’aquila che becca l’uva non ha invece riscontro nel Fisiologo latino. Il volatile che becca l’uva, così come l’aquila abbinata a elementi vegetali, ricorrono però su manufatti preziosi databili tra V e XI secolo. Pensando al passo evangelico in cui Cristo dice: “io sono la vite… e voi i tralci…” (Vangelo di Giovanni, 15,1), non si può escludere che l’iconografia antica, già presente su reperti paleo cristiani, sia risultata funzionale a rafforzare il riferimento a Cristo, probabilmente in relazione con l’antica dedica della Cattedrale alla Santa Croce, nome riportato dallo storico Francesco Favini in un manoscritto del 1820..

 –  The Re-discovered Portal

These reliefs may have decorated the side door of the Cathedral. The motif of the eagle, present in Roman Art, became known to Romanesque sculptors through illuminated codexes or fabrics. Silks from Byzantium were, in fact, highly sought after as they were decorated with eagles.

The reliefs where the eagle is accompanied by a fish and eaglets are reminiscent of the Fisiologo latino bis, a Carolingian-age text which was then re-worked in the Bestiaire of Philippe de Thaun (12th cent.) both of which were sources for Romanesque sculptors.