Laus Pompeia - L'età romana

Il volto di Laus Pompeia

Le due distruzioni di Laus Pompeia e la moderna espansione urbanistica hanno reso alquanto arduo ricomporre il volto della città romana nella sua evoluzione dall’età tardorepubblicana fino alla fine dell’Impero romano.

Se l’assetto urbano del l secolo a.C. è di difficile lettura per le rare testimonianze, tutte peraltro concentrate sul lato meridionale, lo sviluppo della città diventa più chiaro a partire dall’età augusteo-tiberiana, quando Laus Pompeia viene riorganizzata e monumentalizzata al pari di altre città transpadane, secondo i modelli di Roma. Sono innalzate le mura con torri, porte e un fossato difensivo tutt’intorno, di cui è rimasta traccia sul lato meridionale. Internamente viene creato un impianto regolare di isolati quasi quadrati e strade ortogonali parallele alle due direttrici principali, il cardo massimo (vie San Lorenzo/XXV Aprile) da nord a sud e il decumano massimo (vie Libertà/Santi Naborre e Felice) da est a ovest. Si costruiscono edifici privati, documentati da mosaici, affreschi e marmi, e il foro (area di piazza Santa Maria), perno della vita pubblica e religiosa, dove i cittadini svolgono gli affari politici, amministrativi ed economici.

Le indagini archeologiche hanno identificato nell’area del foro la basilica (il tribunale), sotto i resti dell’antica cattedrale, e le terme, di cui rimangono vari ambienti. Non mancano all’appello il teatro e l’anfiteatro, che vengono eretti in un’area periferica (via Papa Giovanni XXIII) per facilitare l’afflusso degli spettatori. Laus Pompeia viene fornita anche di pozzi, cisterne e di un sistema fognario.

Non si conosce con esattezza il secolo in cui le mura sono state costruite, ma sappiamo che esistevano già tra il 15 e il 23 d.C. grazie a un’epigrafe commemorativa per la realizzazione di una porta urbica voluta dall’imperatore Tiberio e da Druso.

Abside di edificio termale portata in luce nell’area della cascina Corte Bassa.

Tratto di condotto fognario con volta in laterizi scavato nell’area della cascina Corte Bassa.

Il tracciato delle mura, di cui restano tratti di fondazioni in conglomerato di ciottoli e malta, è stato identificato su tre lati; è ancora incerto quello occidentale. A nord correva lungo la via San Rocco e, poco dopo l’incrocio con via XXV Aprile, piegava diagonalmente verso sud-est fino all’altezza di via Don Milani, dove proseguiva verso est. L’estremo limite orientale era rappresentato dal fiume Sillaro, in età romana più vicino alle mura. Il confine meridionale delle mura è indicato, invece, dal rinvenimento di un tratto dell’ampio fossato difensivo che delimitava la città ancora in età tardoantica e da una via lastricata che probabilmente costeggiava il perimetro extramurario.

Quartieri artigianali sono testimoniati nel suburbio meridionale (via Martin Luther King, via San Lorenzo) e in quello orientale (via Fregoni), aree più basse rispetto al livello dell’abitato e più umide, ma favorite dalla vicinanza dei corsi d’acqua e della rete viaria. Sono state identificate diverse fornaci per la produzione di ceramica, un focolare e numerose scorie di carboni e bronzo, di cui si ipotizza la lavorazione.

In queste stesse zone extramurarie, come era consuetudine, erano collocate anche le aree sepolcrali.

Porzione della possente fondazione quadrata di una probabile torre del tratto murario in via XXV Aprile, angolo via Strabone.

Fondazioni di una torre della cinta muraria rinvenute negli scavi condotti nel 1957 da Antonio Frova.

undefined  –  A View of Laus Pompeia

The Celtic settlement was reorganised and monumentalised in the Augustan-Tiberian Age as were other cities in the Cisalpine area. Walls with towers, gateways and a defensive ditch around the city were built. A regular grid of city blocks and orthogonal streets were laid out inside the walls.

Excavations have brought to light private buildings, the basilica (law courts) and the baths in the forum (in the area of Piazza Santa Maria) as well as the theatre and amphitheatre near the southern walls. Workshops and burial areas were, as was the norm, outside the walls.