Laus Pompeia - L'età romana

Sit tibi terra levis…
Necropoli: riti e sepolture

Hominem mortuum in urbe ne sepelito neve urito, “Nessun morto può essere sepolto né cremato in città”, così recita il testo delle XII Tavole (V secolo a.C.), dal quale si deduce che nel mondo romano le necropoli erano collocate fuori dalla città.

Gli scavi archeologici a Laus Pompeia hanno messo in luce varie zone cimiteriali fuori dalle mura o nel suburbio, restituendo elementi di corredo e pratiche rituali. Le stele che indicavano ai passanti la presenza delle sepolture ci sono invece giunte attraverso le vicende del collezionismo archeologico.

Presso piazza Santa Maria sono state scoperte 5 sepolture, in un’area poi urbanizzata e interessata dalla realizzazione di condotti fognari, cui risultano collegate strade. Il rituale è l’incinerazione indiretta, nel quale, dopo la cremazione in luogo apposito, i resti combusti sono raccolti e sepolti. La tomba n. 5, molto grande, può far pensare a una sepoltura multipla. I pochi oggetti di corredo datano le tombe tra la fine del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. Da questo momento lo sviluppo della città cancella ogni traccia della necropoli.

Nella zona sud, fuori dalle mura, alla confluenza di via Martin Luther King con via San Lorenzo, gli scavi hanno messo in luce 57 tombe, dall’età tardorepubblicana al II secolo d.C. I riti documentati sono la cremazione diretta (cremazione nel medesimo luogo della sepoltura) e indiretta per le sepolture più antiche e l’inumazione con deposizioni in nuda terra o alla cappuccina per quelle più tarde. Non si è mai trovato l’ustrinum, il luogo in cui venivano bruciati i defunti. Nel corso dell’età imperiale quest’area diventa zona artigianale e presenta quella coesistenza tra destinazione funeraria e produttiva attestata in altre aree cimiteriali della città.

Tomba a cremazione in corso di scavo, via San Lorenzo.

Laminetta in piombo iscritta su due lati (defixio), seconda metà del II secolo d.C., da Lodi Vecchio, necropoli di via San Lorenzo, tomba 36.

Inumazione di adulti in nuda terra, fine del III secolo d.C., necropoli di via Santi Naborre e Felice.

Sepolture di infanti entro coppi, necropoli tra via Papa Giovanni XXIII e via Martin Luther King.

Anche in via Santi Naborre e Felice, nell’area in cui sono state rinvenute 15 tombe a inumazione in nuda terra, prive di corredo, è attestata tra IV e V secolo d.C. un’area artigianale.

In via Fregoni, nel suburbio orientale non lontano dal fiume Sillaro e dalla via per Piacenza, è stata scoperta una zona artigianale ed è venuta in luce anche una tomba a incinerazione di età imperiale, ulteriore conferma della convivenza tra aree produttive e sepolcrali. Lo scavo ha messo in luce anche numerose inumazioni, ritenute altomedievali per mancanza di corredo.

Nei terreni fra via Papa Giovanni XXIII e via Martin Luther King sono state trovate tombe di bambini entro coppi contrapposti e, in un unico caso, in contenitore ceramico con coperchio, tutte prive di corredo. Sempre in questa zona 2 sepolture a inumazione hanno restituito braccialetti a testa di serpente, del IV secolo d.C.

Nella via per San Bassiano sono state scoperte tombe a cremazione sempre di epoca romana. Dopo un periodo di destinazione artigianale, seguito da una fase abitativa l’area ridiventa cimiteriale in età altomedievale.

  –  Necropoli: Rites and Graves

Archaeological excavations at Laus Pompeia have brought to light various necropoli outside the walls or in suburban areas.

They cover a long chronological time span, from the 1st century B.C. up to the Early Middle Ages.

In many of the cemeteries investigated, there was evidence that workshop areas had co-existed in the sepulchral areas or that one had replaced the other as use of the area changed. The funerary rites documented consisted of cremation and inhumation.