Laus Pompeia - L'età romana

Un teatro e un anfiteatro per divertirsi a Laus Pompeia

L’entusiasmo del popolo romano per le rappresentazioni teatrali e per gli spettacoli cruenti che coinvolgono gladiatori e animali è noto dai racconti degli scrittori e dai numerosi edifici rimasti. Queste costruzioni sorgono abitualmente in posizione periferica, in prossimità o fuori dalle mura, per facilitare l’afflusso del pubblico che si riversa dalle campagne in città richiamato dagli spettacoli e per controllare eventuali disordini e sedizioni. Anche Laus Pompeia non si sottrae a questa consuetudine e nel corso del I secolo d.C. erige l’anfiteatro e il teatro a sud-ovest della città, in prossimità del tratto occidentale delle mura.

L’anfiteatro sorge in una depressione naturale bonificata dai Romani per destinarla a uso agricolo. L’indagine archeologica ha messo in luce un tratto delle imponenti fondamenta dei due anelli che definivano l’edificio, realizzate in conglomerato di ciottoli, laterizi e malta. L’alzato, le gradinate e i rivestimenti lapidei, di cui doveva essere fornito, non si sono conservati per la distruzione feroce di Laus Pompeia a opera dei Milanesi nel XII secolo e, in seguito, per il riutilizzo di materiale edilizio. Rimane soltanto una base di colonna esposta in Museo.

La costruzione ellittica, che misurava 46 per 68 metri circa, poggiava su terrapieni contenuti da murature perimetrali, in cui si aprivano gli ingressi secondari sostenuti da mura radiali. L’ingresso principale dell’anfiteatro era a nord, verso l’abitato.

Porzione dell’anfiteatro rimessa in luce dagli scavi (a), con la planimetria dell’edificio (b) e il carcer (c), ambiente di servizio riservato agli animali.

Porzione del teatro rimessa in luce dagli scavi.

Monumento di Theocritus Pylades in un disegno tratto dalla cinquecentesca Silloge epigrafica di Andrea Alciato.

L’arena, dove si svolgevano gli spettacoli, aveva una superficie di circa 1.200 metri quadrati e un piano di calpestio in battuto. Intorno, sulle gradinate, prendevano posto i numerosi spettatori, che in questo anfiteatro potevano arrivare fino a 4.500.

Tra le poche strutture conservate vi è il carcer, un ambiente in mattoni che ospitava gli animali prima del combattimento.

Il teatro si trova a nord dell’anfiteatro, a cavallo dell’attuale via Papa Giovanni XXIII. Dell’edificio, che aveva un diametro di circa 40 metri, sono rimaste solamente le fondazioni delle gradinate, una parte del muro perimetrale a emiciclo con contrafforti esterni, un muro radiale e un tratto rettilineo.

Come la maggior parte dei Romani in età imperiale, anche i Laudenses probabilmente apprezzavano la farsa burlesca popolare e gli spettacoli ispirati alla tragedia greca e al mito, nei quali gli attori si esprimevano con accentuata gestualità accompagnati dalla musica. Ricorda l’attività teatrale l’epigrafe di Theocritus Pylades, riconducibile a Lodi Vecchio e ora custodita alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Pylades, greco d’origine e liberto imperiale, è un attore (pantomimo) vissuto nel II secolo d.C. celebrato come sui temporis primus, “ai suoi tempi il primo”.

Bandiera del Regno Unito - Wikipedia  –  A Theatre and Amphitheatre for Entertainment at Laus Pompeia

During the 1st century A.D., an amphitheatre and theatre were built in Laus Pompeia quite close to each other in an outlying area; these were venues dear to the Romans who loved gladiatorial shows and theatrical performances.

Extant remains of the amphitheatre are the outer ring and the carcer, a brick enclosure for the animals before combat while the traces of the theatre still visible are the foundations of the tiers, part of the perimeter wall and a few sections of the walls.