L'età più antica - Preistoria e protostoria
Tracce e ritrovamenti nel territorio
Sono tuttora scarse e frammentarie le testimonianze archeologiche preistoriche e protostoriche restituite dalla bassa pianura lodigiana, che in antico, come buona parte della Pianura Padana, era meno pianeggiante di oggi e ricoperta da fitte foreste. Questo territorio era ricco di fiumi e corsi d’acqua e pertanto soggetto alle inondazioni e alla formazione di paludi che probabilmente lo rendevano più inospitale di altri. La lacunosità della documentazione, tuttavia, si collega soprattutto ai moderni e spesso distruttivi lavori agricoli, edilizi, di bonifica e canalizzazione. Non sono inoltre trascurabili la casualità dei ritrovamenti e la carenza di dati circa i rinvenimenti, in particolare quelli ottocenteschi.
Nell’attuale Lodigiano mancano le testimonianze più antiche che sono attestate, con rarissimi manufatti in pietra, nei territori confinanti e rivelano la presenza di genti neolitiche (V-IV millennio a.C.) e dell’età del Rame (III millennio a.C.).
Sono invece documentate testimonianze dell’età del Bronzo, che, per il periodo più antico, sono rappresentate da alcuni ripostigli, cioè depositi di oggetti metallici (strumenti, ornamenti) nascosti intenzionalmente, per esempio da fonditori itineranti come riserva di materiale. Tra questi, fondamentali per ricostruire le vie di scambio di manufatti e materie prime, si segnala il “Ripostiglio lodigiano” di asce e collari (circa 1600 a.C.), scoperto nell’Ottocento.

“Ripostiglio lodigiano” di asce e collari in bronzo, circa 1600 a.C., Milano, Civico Museo Archeologico.
Per le fasi successive dell’età del Bronzo, la bassa pianura tra Ticino e Adda risulta interessata da culture ben documentate nella Lombardia occidentale. Si tratta della cultura della Scamozzina (XIV-XIII secolo a.C.), così detta dalla necropoli rinvenuta presso la cascina Scamozzina di Albairate (Milano), qui testimoniata da materiali provenienti da tombe a cremazione e da abitato, e per l’ultima età del Bronzo, del Protogolasecca (XII-X secolo a.C.).
Rappresentato da necropoli, abitati e materiali vari rinvenuti tra il Lambro e il Po (principalmente nell’attuale Pavese) e datati nel X e fino al IX secolo a.C., il Protogolasecca si considera la fase iniziale della cultura di Golasecca, fiorita tra il IX e gli inizi del IV secolo a.C. Questa cultura, testa di ponte tra il mondo transalpino e quello etrusco e mediterraneo, ha nel comprensorio di Castelletto Ticino-Golasecca-Sesto Calende e nei dintorni di Como le attestazioni più importanti e risulta diffusa su un vasto territorio, dal Canton Ticino al Po, dal Novarese al Serio. I ritrovamenti nel Lodigiano sono numerosi soprattutto per il V secolo a.C. Tra i materiali rinvenuti a Lodi Vecchio che attesterebbero una frequentazione del sito, spiccano due situle (secchielli) bronzee, una di fabbrica golasecchiana (VI-V secolo a.C.) e un’altra etrusca (V secolo a.C.), segno di una certa vivacità di scambi.

Due spilloni in bronzo appartenenti a un corredo funerario, circa XIV secolo a.C., da Guado di Gugnano (Casaletto Lodigiano), Lodi, Museo Civico (disegno di R. de Marinis).

Cuspide di lancia in bronzo, Bronzo Finale prima età del Ferro, da Lodi Vecchio, Lodi, Museo Civico.
– Traces and Finds in the Area
Evidence of the earliest settlements is quite scarce in the Lodi area but the ‘Lodi Hoard’ of axes and torques (1,600 B.C.), a stock of metal buried intentionally, dates back to the Early Bronze Age. Phases of the Bronze and Iron Ages in the lower plains area between the Ticino and Adda rivers are documented with necropoli, settlements and various items by the Culture of Scamozzina (14th-13th cent. B.C.), Proto-golasecca (12th-10th cent. B.C.) and the culture of Golasecca (9th-beg. 4th cent. B.C.), present in the Lodi area with finds dating, above all, to the 5th century B.C.